La tutela del patrimonio artistico e ambientale è uno dei principi fondamentali della Costituzione Italiana. Essa deve naturalmente essere seguita da azioni di valorizzazione e promozione, a partire innanzitutto dall’educazione dei giovani per formare un cittadino consapevole.
Conoscere i beni culturali, il paesaggio artistico ed ambientale che abbiamo intorno a noi è la condizione necessaria per imparare il rispetto nei confronti di tali beni, ma anche per la corretta fruizione di quello che di fatto è uno dei tesori più importanti di cui disponiamo.
E’ su questa “didattica del patrimonio locale” che vorremmo proporre un percorso didattico concreto affrontando le tematiche della consapevolezza ed educazione ambientale, dell’etica e dello sviluppo sostenibile non tanto attraverso le pagine di un manuale, ma attraverso l’approccio diretto con azioni su un pezzo importante del nostro patrimonio locale il Parco della Reggia di Colorno di proprietà della Provincia di Parma. In sintesi la storia del Giardino (e inevitabilmente anche della Reggia a cui è legato), per farvi comprendere la sua bellezza e l’importanza di proteggerlo, preservarlo e valorizzarlo.
Il primitivo giardino venne pensato nella seconda metà del 1400 da Roberto Sanseverino. Si trattava di un giardino all’italiana con aiuole, pergole, siepi, labirinti ed all’interno agrumi e piante da frutto. Il giardino, mantenendo l’originaria impostazione venne ampliato ed arricchito da Barbara Sanseverino sul finire del 1500. Le grandi trasformazioni avvennero al tempo del Duca Francesco Farnese (tra il 1690 ed il 1719) quando il giardino si arricchì di magnifiche e imponenti fontane come quella di Proserpina e quella del Trianon (oggi al centro dell’isola nel laghetto del Parco Ducale di Parma) scolpite in marmo da Giuliano Mozzani. Nel 1718 arrivò dalla Francia il celebre ingegnere idraulico Jean Baillieul inventore della Torre delle Acque sul torrente Lorno (che forniva acqua alle fontane del giardino) e della grotta incantata con statue simulanti Apollo, Vulcano, Orfeo ed i Ciclopi mosse dalla pressione dell’acqua. Le condutture delle fontane furono danneggiate durante la guerra di successione polacca del 1734 e mai più riattivate. Con l’arrivo a Parma di Don Filippo di Borbone e della moglie Babette nel 1749 il giardino all’italiana farnesiano venne in pochi anni trasformato in giardino alla francese. Il ministro Guillome Du Tillot chiamò a Colorno l’allora giardiniere di Versailles François Anquetil detto il Delisle che, su disegno del Petitot, realizzò il parterre ad aiuole e fiori. Idea dominante del Delisle fu la creazione del cannocchiale prospettico di tre viali lunghi oltre quattro chilometri, lievemente divergenti che si innestavano dal fondo del parterre a fiori e sembravano rettilinei all’infinito dalla sommità dello scalone progettato dal Petitot. Maria Luigia nei primi anni di regno (1816-1823) volle trasformare il giardino alla francese in bosco romantico all’inglese avvalendosi della collaborazione del presidente della società Botanica di Londra Carlo Barvitius. Vennero innestate molte piante rare (tra cui la Zelcova Carpinifoglia tuttora esistente), creato il laghetto con isola dell’amore e potenziate le serre in cui Maria Luigia amava coltivare speciali varietà di insalata. Il parco dopo un periodo di decadenza seguito all’Unità d’Italia è stato in parte restaurato fra il 1998 ed il maggio del 2000 quando è stata inaugurata la risistemazione del parterre alla francese eseguita sui progetti originali del Delisle.
Una parte del Parco, la cosiddetta parte romantica all’inglese, rimane a tutt’oggi in uno stato di parziale utilizzo e valorizzazione. Gli interventi di manutenzione hanno preservato e contribuito allo sviluppo di una significativa complessità eco sistemica, già in evoluzione da più di 200 anni.
E’ proprio dall’intenzione di intervenire su questa parte di Parco che nascono le azioni del progetto creato in stretta sinergia e collaborazione con le nostre scuole superiori e il Comune di Colorno, in un’ottica multi obiettivo (win-win) sotto il profilo educativo e sotto il profilo dello sviluppo e valorizzazione del territorio (socio-economico).
L’obiettivo generale è quello di valorizzare il patrimonio architettonico e paesaggistico del Parco della Reggia di Colorno, contribuendo a stimolare l’interesse e la sensibilità per questa area, dotata di valenza ambientale e storica. In particolare le attività svolte dagli studenti delle nostre scuole saranno rivolte alla corresponsabilità nella gestione e salvaguardia di un bene della comunità, spesso considerato come elemento accessorio della vita quotidiana. Analizzando gli aspetti storici e ambientali, nonché attivando azioni dirette con gli studenti protagonisti, si andrà ad implementare nei giovani ragazzi, da una parte la preparazione didattica con esperienze qualificate di alternanza scuola-lavoro e dall’altra la promozione dell’educazione alla cittadinanza attiva e ambientale sulla biodiversità.